Per un po’ di tempo ho accettato di convivere con questa situazione: avevo male, avevo prurito, a volte persino a urinare, ma stringevo i denti e tiravo avanti. Un giorno, però, un’amica mi ha fatto una domanda che, nella sua apparente banalità, mi ha aperto gli occhi: «Ma è vita, la tua?». L’ho guardata e sono scoppiata a piangere: no, che non era più vita! Perché dovevo continuare a star male, e rinunciare a credere che ci potesse essere qualcuno capace di curarmi? Così mi sono documentata su Internet, e ho trovato questo sito, che parla delle donne, del loro dolore e delle difficoltà che spesso incontrano a ricevere cure adeguate. Mi sono fatta coraggio, e ho preso un appuntamento con la dottoressa Graziottin. Sin dalla prima visita, la mia speranza non è stata tradita: ascoltando la mia storia e visitandomi accuratamente, la dottoressa ha capito che soffrivo di una malattia che non avevo mai sentito nominare, il lichen sclerosus.
La dottoressa mi spiegò che il lichen sclerosus è una patologia cutanea, in genere su base autoimmune, in cui la mucosa del vestibolo vulvare e della vagina si presenta sottile, biancastra e atrofica, come in una specie di invecchiamento precoce. I sintomi sono il prurito, il gonfiore e il dolore, proprio come stava capitando a me. La secchezza poi si aggrava perché il dolore che si prova ai tentativi penetrazione azzera la lubrificazione vaginale, innescando un circolo vizioso che può portare a un vero e proprio evitamento sessuale.
La terapia – applicazioni locali di testosterone propionato – ha migliorato in modo netto le mie condizioni: in quattro mesi ho avuto un cambiamento tale da sentirmi rinata. Per l’igiene intima quotidiana, invece, mi ha consigliato degli impacchi di olio di germe di grano, che è un emolliente per nulla aggressivo.
A tutte le donne che potrebbero avere il mio stesso problema dico di non arrendersi: se il primo medico non è quello giusto, non scoraggiatevi e continuate a cercare il professionista che fa per voi. Perché il lichen sclerosus – questo sconosciuto dal nome veramente strano – non è una malattia incurabile, ma una patologia che, con le terapie giuste, può guarire davvero in pochi mesi!
Ciao a tutte, con tanto affetto.
Roberta G.