Vaginosi recidivante: verifiche diagnostiche e terapie
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17/05/2019
Prof.ssa Alessandra Graziottin Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
“Ho 58 anni, sono in menopausa, e da due anni soffro di vaginosi batterica. L’esito del tampone vaginale rileva la presenza di Gardnerella vaginalis e Ureaplasma urealyticum. La mia ginecologa voleva che facessi un ciclo di antibiotici, ma io non prendo farmaci allopatici. Quando mi devo curare lo faccio con prodotti naturali, oppure mi rivolgo all’omeopatia. Ho provato tante cose, dallo yogurt al kefir, agli ovuli vaginali e ai fermenti lattici inseriti anche localmente. Ci sono giorni in cui le perdite sono praticamente assenti, ma poi ritornano puntualmente. Vi chiedo aiuto, non so davvero più cosa fare”. Sara
Gentile signora, la vaginosi batterica è espressione di una modifica del microbiota vaginale, ossia dei microrganismi che “abitano” la nostra vagina. La Gardnerella vaginale è normalmente presente in ogni donna, ma in percentuale minima, in quanto è un germe minoritario. Dà segno di sé quando aumenta di quantità, causando una fermentazione particolare delle secrezioni vaginali con produzione di odore molto sgradevole, simile al pesce avariato. Una delle condizioni predisponenti più frequenti è l’aumento del pH vaginale, ossia una riduzione dell’acidità vaginale. Normalmente il pH è uguale a 4. La vaginosi compare quando il pH sale a 5 o più. La perdita di estrogeni dopo la menopausa è la causa più frequente di innalzamento progressivo del pH, fino a 7.0-7.3. La terapia causale più efficace per prevenire e curare la vaginosi batterica è ripristinare il normale livello di estrogeni vaginali, con una terapia almeno locale con estradiolo, estriolo o promestriene (se non esistono controindicazioni alla terapia ormonale), che idealmente può continuare tutta la vita, sempre con periodici controlli ginecologici, con rivalutazione dell’opportunità di continuare o meno la terapia. L’estrogeno vaginale (meglio se in sinergia con una pomata di testosterone vegetale) è essenziale per curare in parallelo la sindrome genitourinaria della menopausa, ossia l’insieme di sintomi vaginali, vescicali e sessuali che hanno un denominatore comune nella perdita di ormoni sessuali dopo la menopausa, e di cui la vaginosi è un aspetto. Tavolette di acido borico possono aiutare a ripristinare il pH vaginale. Probiotici vaginali, che contengono lattobacilli, ossia il Bacillo di Döderlein, possono ulteriormente contribuire a riequilibrare il microbiota e a riportare la Gardnerella alla minima percentuale fisiologica. Prebiotici e probiotici per l’intestino possono contribuire al riequilibrio complessivo dei diversi tipi di microbiota preziosi per la salute della donna, anche attraverso il miglioramento della regolarità intestinale. Concordo invece con lei sulla scelta di non usare antibiotici, che possono agire solo a breve termine riconsegnandoci dopo poco tempo lo stesso problema, aggravato dalle alterazioni del microbiota intestinale e vaginale causate dagli antibiotici stessi. Un cordialissimo saluto.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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