Carolina, 32 anni
La Gardnerella dà segno di sé quando prolifera e diventa maggioritario all’interno dell’ecosistema vaginale. Causa un’aumentata produzione di ammine aromatiche (tra cui cadaverina e putrescina) che danno alle secrezioni vaginali il caratteristico odore sgradevole di pesce avariato. Si parla in questo caso di “vaginosi batterica” per indicare che si è in presenza non di una vera e propria infezione, ma di una condizione di squilibrio fra i diversi germi che normalmente abitano la vagina. Questa variazione è legata al pH vaginale, che a sua volta è regolato dal livello di estrogeni presenti nei tessuti genitali e da molti altri fattori, tra cui il liquido spermatico.
E’ appropriata la sua annotazione che il rapporto senza profilattico facilita le recidive. La ragione è semplice: il pH vaginale, che indica il grado di acidità delle secrezioni presenti in vagina, in età fertile è di circa 3.8-4.2. La Gardnerella compare se il pH sale a 5 o più. Il liquido seminale ha un pH di 7.39 (tra 7.2 e 7.8). Durante un rapporto libero con eiaculazione in vagina, il liquido seminale va quindi a tamponare il secreto vaginale: il pH tende a salire, tanto più quanto più è abbondante la quantità del liquido seminale, che normalmente varia da 2 a 5 ml per eiaculato, ma che in alcuni uomini può arrivare a 6 o 7 ml. Ecco perché la Gardnerella può ripresentarsi più frequentemente in caso di rapporti liberi, ancor più se il partner ha un abbondante liquido seminale e/o se i rapporti sono frequenti.
Fare cure antibiotiche per eliminare la Gardnerella non è molto utile, perché l’ecosistema vaginale ha una sua “inerzia” e tende a tornare allo stato precedente creato dai livelli ormonali e del livello di acidità vaginale. E’ molto più saggio modificare in modo stabile il livello estrogenico e il pH, dai quali dipende l’integrità dell’ecosistema vaginale. Quando i livelli estrogenici sono normali e il pH è 4, ossia fisiologico, le proporzioni tra i diversi microrganismi si riequilibrano spontaneamente.
Per riportare il pH vaginale ai valori ideali per l’età fertile, ossia a pH 4, si possono utilizzare:
a) estrogeni locali, se indicati, da applicare in vagina in minima quantità, due-tre volte la settimana (in caso di amenorrea, ossia mancanza di mestruazioni, puerperio, o menopausa, in cui il pH vaginale tende ad alzarsi a causa dei bassi livelli estrogenici; o anche in corso di contraccezione ormonale con pillole a basso dosaggio);
b) ovuli di lattobacilli, che vanno a rinforzare il contingente di microrganismi amici che abitano la vagina in età fertile;
c) acido borico (in compresse o ovuli vaginali da 300 mg): può essere utile ad abbassare il pH vaginale dopo il rapporto, quando non si cerchi una gravidanza (gli spermatozoi per stare bene e risalire le vie genitali hanno bisogno di un pH intorno 7.39 e non amano il pH acido);
d) gel vaginali che liberano ioni H+, che hanno azione acidificante;
e) tavolette di vitamina C, sempre in vagina;
f) irrigazioni vaginali di acqua borica al 3%, sempre su prescrizione medica e per brevi periodi di tempo;
g) detergenti intimi per i genitali esterni con pH acido, appropriato per l’età fertile e lo stato ormonale.
Un cordiale saluto.