Lo studio è stato condotto su donne registrate nella rete sanitaria TriNetX Diamond Network, alle quali era stato diagnosticato il cancro al seno entro 5 anni prima della diagnosi di sindrome genito-urinaria della menopausa (GSM). Sono stati escluse le pazienti con malattia attiva, ossia sottoposte a mastectomia, radioterapia o chemioterapia entro 3 mesi prima della diagnosi di GSM. La recidiva è stata definita come mastectomia, radioterapia, chemioterapia o tumore maligno secondario in un periodo compreso fra 3 mesi e 5 anni dall’inizio della terapia estrogenica vaginale per la GSM. La coorte di studio includeva le pazienti con tre o più prescrizioni di estrogeni vaginali; la coorte di controllo includeva le pazienti senza alcuna prescrizione di estrogeni vaginali dopo la diagnosi di GSM.
Questi, in sintesi, i risultati:
- sono state identificate 42.113 donne con una diagnosi di GSM dopo la diagnosi di cancro al seno di qualsiasi categoria, il 5.0% delle quali ha ricevuto estrogeni vaginali;
- 10.584 pazienti avevano una storia di cancro ormono-positivo, e il 3.9% di questo gruppo ha ricevuto estrogeni vaginali;
- l’analisi di follow up ha evidenziato che il rischio di recidiva del cancro era equivalente (e statisticamente non significativo) fra le pazienti curate con gli estrogeni vaginali e quelle a cui non erano stati somministrati, sia per qualsiasi categoria di tumore (RR 1.03, CI 95% 0.91-1.18) sia per i tumori ormono-positivi (RR 0.94, CI 95% 0.77-1.15).
Non è stato dunque riscontrato alcun significativo aumento del rischio di recidiva di cancro al seno entro 5 anni nelle donne che utilizzavano estrogeni vaginali per la sindrome genitourinaria della menopausa. Gli estrogeni locali si confermano quindi come un’eccellente opzione di cura dei sintomi genito-urinari della menopausa anche per le donne precedentemente colpite da un carcinoma mammario.