Sintesi del video e punti chiave
In questo video la professoressa Di Simone si concentra dapprima sulla gestione del dolore nel terzo trimestre di gravidanza, e illustra:
- i cambiamenti posturali e ormonali che lo possono favorire, con particolare attenzione alle finalità e alle conseguenze dell’elevata produzione di relaxina da parte del corpo luteo e della placenta;
- le modificazioni metaboliche, evidenti sin dal primo trimestre e via via sempre più significative, che determinano una profonda modificazione del microbiota intestinale, con una maggiore permeabilità di barriera, uno stato di insulino-resistenza e un quadro pro-infiammatorio che possono favorire una più accentuata vulnerabilità al dolore, anche se questa correlazione non è ancora stata pienamente dimostrata in letteratura.
- la terminologia utilizzata in letteratura per designare i due sintomi;
- le differenti cause che li possono determinare: ortopediche, ostetriche, infettive, urologiche, vascolari;
- alcune abitudini di vita e situazioni di salute che li possono inasprire: sollevamento di pesi eccessivi, sedentarietà, elevato indice di massa corporea;
- alcuni semplici test posturali per accertarne la presenza;
- le possibilità di trattamento: educazione della paziente a corretti comportamenti, terapie fisiche, ginnastica posturale, farmacoterapia;
- un caso clinico particolarmente emblematico della complessità dei fattori eziologici in gioco e della costante necessità di un’attenta diagnosi differenziale.
- i due stadi del travaglio e le differenti forme di dolore che li caratterizzano;
- i due tipi di analgesia neuroassiale (epidurale e spinale-epidurale, o combinata), ciò che li differenzia dal punto di vista operativo, le loro controindicazioni, le complicanze e gli eventi avversi;
- le forme di prevenzione non farmacologica del dolore durante la gestazione: yoga, esercizi aerobici in acqua, stili di vita e movimenti adeguati allo stato gravidico;
- le forme complementari di trattamento del dolore in sala parto, e la strategia psicologica che le accomuna: assistenza continua da parte di un caregiver, birth ballo, musicoterapia, aromaterapia, realtà virtuale;
- un tipico limite degli studi che analizzano l’efficacia di queste tecniche;
- la necessità di definire una strategia antalgica personalizzata, integrando terapie farmacologiche e tecniche complementari nella consapevolezza che, conformemente alle raccomandazioni dell’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), la sola richiesta da parte della partoriente è un’indicazione clinica sufficiente per offrire l’analgesia in travaglio.
- La serie completa
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