Gli animali domestici sono in aumento in tutto il mondo occidentale e, rispetto al passato, questi piccoli amici sono sempre più considerati come parte integrante del nucleo familiare. Ciononostante, chi non condivide questo tipo di esperienza tende a considerare le relazioni fra uomini e animali come meno importanti di quelle fra gli esseri umani. Questo genera non pochi problemi quando chi dovrebbe supportare la persona che ha perso un animale amato non riesce a capire la rilevanza di quella relazione e la gravità di quella perdita. I veterinari e gli altri professionisti del supporto psicologico dovrebbero essere specificamente formati per gestire anche questa delicata fase della vita.
L’articolo di Reisbig e collaboratori:
- descrive in termini qualitativi la relazione uomo-animale, l’esperienza della perdita e le strategie di coping che il proprietario può mettere in atto;
- confronta questo tipo di lutto con quello umano e con altri tipi di perdite, e ne analizza i fattori che lo rendono unico;
- fornisce consigli pratici ai veterinari e al personale di supporto psicologico.
Un obiettivo analogo si pone B.K. Mohanti nel suo articolo “Grieving the loss of a pet needs the health system recognition” (J Soc Work End Life Palliat Care. 2017 Oct-Dec; 13 (4): 215-218), che con grande sensibilità osserva:
- come chi perde un animale domestico senta un grande vuoto nel cuore e la propria casa come “svuotata”;
- che, a differenza di quanto avviene per la perdita di un figlio, o di un coniuge, in cui tutti condividono il dolore di chi resta, la sofferenza per la morte di un animaletto può non essere capita da chi non mai ha provato lo stesso tipo di esperienza;
- come il dolore emotivo e il distress fisico per la morte dell’animale possano essere davvero elevati;
- come la comunità medica debba identificare e curare i sintomi fisici e psicosociali di chi perde un animale in modo accurato e tempestivo.