La violenza intima fra adolescenti è molto diffusa, a volte con gravi conseguenze. L’omicidio ne è l’espressione estrema, ma è poco studiato in letteratura, dal momento che gli studi si concentrano soprattutto sul mondo adulto.
L’analisi è stata condotta sui dati raccolti dal National Violent Death Reporting System fra il 2003 e il 2016, per un totale di 32 Stati americani su 50.
Nel periodo preso in considerazione si sono verificati 8048 omicidi perpetrati ai danni di giovani di età compresa fra gli 11 e i 24 anni (2188 omicidi nella fascia di età 11-18): in tutti questi casi la vittima conosceva a vario titolo il suo assassino. Si parla di “intimate partner homicide” (IPH) quando la vittima è coniuge, ex coniuge, fidanzata/o, ex fidanzata/o dell’omicida.
Questi, in sintesi, i risultati:
- sul totale dei casi registrati nella fascia di età 11-18, 150 sono stati classificati come IPH (6.0%);
- 135 vittime (90%) sono ragazze, con un’età media di 16.8±1.3 anni;
- 102 assassini (68%) avevano 18 anni o più (età media 20.6±5.0), e 94 (62%) erano partner della vittima;
- le armi più frequentemente utilizzate sono le armi da fuoco, e in particolare le pistole;
- i moventi più frequenti sono la rottura o il desiderio della relazione, la gelosia verso terzi, i litigi violenti, le gravidanze indesiderate.
Questo importante e allarmante studio dimostra dunque che:
- il rischio di omicidio ai danni delle adolescenti nel contesto di un rapporto affettivo è tutt’altro che trascurabile;
- i moventi sono soprattutto legati alla sfera della gelosia;
- gli assassini hanno accesso ad armi da fuoco.
Questi dati devono contribuire a ispirare adeguate politiche di educazione e prevenzione, a scuola e nelle famiglie.