Fare il punto sulla componente centrale del dolore cronico da osteoartrosi: è questo l’obiettivo dell’articolo di Daniel Clauw e Afton Hassett, del Chronic Pain and Fatigue Research Center presso l’Università del Michigan ad Ann Arbor, Stati Uniti. Questi i punti essenziali dell’analisi: - i meccanismi sottostanti alle patologie caratterizzate da dolore cronico – come l’osteoartrosi, la fibromialgia, la sindrome dell’intestino irritabile e la cistite interstiziale – sono diversi da quelli che agiscono nel dolore acuto; - nel dolore cronico, in particolare, sono coinvolti fattori afferenti al sistema nervoso centrale che amplificano le sensazioni algiche, e il dolore stesso può manifestarsi in assenza di specifici stimoli nocicettivi, o in presenza di noxae di minima intensità, per effetto della cosiddetta “sensibilizzazione centrale”, che consegue alla persistenza della condizione infiammatoria periferica che caratterizza le prime fasi della malattia; - il denominatore comune di queste malattie è una diffusa condizione di iperalgesia, accertabile con test sperimentali e con le tecniche di diagnostica per immagini; - fra i sintomi principali spiccano il dolore multifocale, la fatigue, i disturbi del sonno, i deficit di memoria e i disturbi dell’umore, soprattutto di tipo ansioso; - mentre il dolore acuto e periferico risponde bene ai farmaci antinfiammatori non steroidei e agli oppiacei, il dolore centrale si tratta meglio con i farmaci neuromodulanti, come gli inibitori del reuptake della serotonina-norepinefrina e gli antiepilettici; - tutte queste caratteristiche rendono necessario un approccio terapeutico personalizzato e multidisciplinare.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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