Verificare se certi comportamenti relativi all’igiene intima e all’abbigliamento favoriscano l’insorgere della vulvodinia: è questo l’obiettivo dello studio coordinato da A.M. Klann, ed espressione della Boston University School of Public Health e dell’Università del Minnesota a Minneapolis, Stati Uniti. La ricerca è stata condotta su 213 casi di vulvodinia clinicamente confermata e 221 controlli. Le abitudini prese in considerazione riguardano: - l’igiene vulvare e genitale, con particolare riferimento all’impiego di detergenti profumati e polveri; - l’uso di abbigliamento aderente; - la depilazione pubica. Questi, in sintesi, i risultati: - le donne che indossano pantaloni aderenti quattro o più volte la settimana hanno un rischio doppio di sviluppare una vulvodinia (95% CI = 1.14-3.95); - le donne affette da vulvodinia tendono a usare meno saponi e gel per l’igiene intima (95% CI = 0.17-0.63); - le donne che effettuano la depilazione pubica totale hanno un rischio del 74 per cento superiore di sviluppare una vulvodinia (95% CI = 1.05-2.89); - le donne che effettuano la depilazione pubica totale una volta la settimana, o più, hanno un rischio doppio di soffrire di vulvodinia (95% CI = 0.83-3.49). In conclusione: - l’uso di pantaloni aderenti e il ricorso alla depilazione pubica si associano a un aumentato rischio di vulvodinia; - sono opportuni ulteriori e più ampi studi sulla correlazione fra pratiche igieniche e salute vulvare.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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