L’endometriosi infiltrante profonda è la forma più severa di questa patologia: l’endometrio penetra infatti per oltre cinque millimetri nelle mucose colpite, provocando danni diretti e indiretti agli organi e ai tessuti circostanti.
Lo studio è stato condotto su EMBASE, PubMed, Cochrane Library, Web of Science e Medline e ha portato alla selezione di 5 studi clinici pubblicati in inglese, per un totale di 256 pazienti. Sono stati esclusi gli studi che trattavano di interventi chirurgici o di terapie farmacologiche rese necessarie da recidive post-operatorie.
Dall’analisi dei dati è emerso che il dienogest migliora in misura significativa:
- il dolore mestruale (MD = 4,24, 95% CI: 2,92-5,56, P < 0,00001);
- il dolore pelvico non mestruale (MD = 3,11, 95% CI: 2,34-3,88, P < 0,00001);
- il dolore ai rapporti (MD = 1,93, 95% CI: 1,50-2,37, P < 0,00001);
- la dischezia (MD = 2,48, 95% CI: 1,83-3,12, P < 0,00001);
- la dimensione dei noduli retto-sigmoidei (MD = 0,32, 95% CI: 0,18-0,46, P < 0,00001).
Per contro, rispetto al basale, si sono registrati:
- un modesto peggioramento delle cefalea (RR = 0,03, 95% CI: 0,00-0,23, P = 0,0006);
- una leggera diminuzione della libido (RR = 0,08, 95% CI: 0,01-0,62, P = 0,02);
- un miglioramento statisticamente non significativo della disuria (P > 0,05).