L’analisi è stata condotta con un questionario auto-amministrato, su 499 donne di età compresa fra i 18 e i 91 anni (valore mediano: 50 anni), metà delle quali ha poi ricevuto una diagnosi definitiva di tumore. La raccolta dei dati si è svolta fra il gennaio 2010 e il settembre 2012. Il questionario includeva diversi tipi di domande, di cui sei riguardavano l’attività e la funzione sessuale.
Questi, in sintesi, i risultati:
- la maggior parte delle partecipanti ha risposto a tutte le domande relative alla sfera sessuale;
- il 98% di esse ha risposto ad almeno a una delle sei domande;
- fra le donne sessualmente attive nei 12 mesi precedenti la consultazione (il 57% con cancro, le altre con patologie benigne), il 52% ha lamentato uno o più disturbi sessuali della durata di diversi mesi, o più;
- di queste donne, il 15% aveva ricevuto una diagnosi clinica per questi disturbi, e 18 erano già in cura presso un centro di sessuologia medica;
- nessuna delle donne intervistate ha disapprovato l’inserimento delle domande sulla funzione sessuale nel questionario di ammissione alla consultazione oncologica.
Questi dati, pur numericamente limitati, consentono di affermare che la quasi totalità delle donne che si presentano in consultazione per un sospetto cancro ginecologico è interessata ad approfondire anche le tematiche relative alla funzionalità sessuale, che si configura quindi come un elemento clinico-diagnostico di primo piano.
Attraverso ulteriori studi si potrà definire meglio l’importanza e il ruolo di questo tipo di indagine nel miglioramento della vita sessuale della donna e della coppia dopo la diagnosi e la terapia oncologica.