- Indice:
- Introduzione
- L'ecosistema gastrointestinale
- Dallo stomaco all'intestino tenue
- L'intestino crasso
- Ecosistema intestinale e salute della donna
- Le funzioni positive dell'ecosistema colonico
- Le funzioni negative dell'ecosistema intestinale
- Come regolare l'ecosistema intestinale
- I probiotici più utilizzati
- Conclusioni
- Approfondimenti specialistici
Introduzione
In questa nuova scheda prendiamo in considerazione le ripercussioni che l’ecosistema intestinale, in particolare del colon, può avere sull’ecosistema vaginale e sulla salute della donna in generale.
L'ecosistema gastrointestinale
Un dato molto interessante è che questa popolazione non nasce per caso: la composizione finale dell’ecosistema dell’adulto è condizionata dalla colonizzazione microbica iniziale del tratto gastroenterico del neonato. Infatti, i batteri “pionieri” possono a tal punto condizionare l’ambiente in cui vivono da creare un habitat favorevole solo a se stessi, impedendo la crescita di altri microrganismi introdotti successivamente nel sistema.
Vediamo le caratteristiche ecosistemiche dei singoli tratti che compongono l’apparato gastrointestinale.
Dallo stomaco all'intestino tenue
Anche il duodeno è un ambiente acido e quindi è simile allo stomaco. Dal duodeno all’ileo il pH si innalza (pH 4-5); da qui in avanti troviamo l’intestino tenue, colonizzato soprattutto da microrganismi “anaerobi” (ossia che non possono vivere in presenza di aria). In genere sono presenti tra 105 e 107 batteri per ogni grammo di contenuto secco intestinale: da 100.000 a 10.000.000 di invisibili ospiti! (Bernet et Al. 1994; De Simone, Vesely, Bianchi-Salvadori 1993; Dellaglio e Felis 2005)
L'intestino crasso
Ecosistema intestinale e salute della donna
- sui meccanismi fisiologici dell’organismo ospite, come il metabolismo (insieme delle reazioni chimiche che si svolgono per produrre energia, formare e riparare i tessuti, ed elaborare determinate sostanze, come gli ormoni e gli anticorpi) e il trofismo (nutrizione degli organi e dei tessuti);
- sullo sviluppo di patologie più o meno gravi, specialmente di tipo ginecologico e urologico;
- nella protezione da numerose malattie del tratto gastroenterico, naturalmente in collaborazione con il sistema immunitario.
Le funzioni positive dell'ecosistema colonico
- sintetizza una serie di vitamine, che vengono assorbite dall’intestino e cedute a tutto l’organismo;
- consente la fermentazione dei carboidrati, importante sorgente di carbonio e di energia per l’ecosistema intestinale, e che a sua volta porta alla formazione di acidi grassi a catena corta necessari alla vita, ma generalmente assenti nei cibi (butirrato, acetato, propionato);
- facilita l’assorbimento del calcio, del magnesio e del ferro: tale assorbimento viene promosso dagli acidi grassi, fornendo in tal modo il 10 per cento del fabbisogno energetico giornaliero della donna. Un po’ di questo carburante chimico, però, serve anche a nutrire i microrganismi “amici”: il butirrato, per esempio, è fonte di energia per i colonociti; l’acetato e il propionato sono metabolizzati nel fegato, o nel tessuto muscolare, e sono fonte di energia per gli enterociti;
- ha un effetto trofico sull’epitelio intestinale: infatti gli acidi grassi sono in grado di stimolare la proliferazione e la differenziazione delle cellule epiteliali;
- modula la produzione del tessuto linfoide associato all’intestino (che costituisce il 40 per cento delle cellule immunocompetenti presenti nell’organismo umano), produzione dovuta a sua volta alla colonizzazione microbica del tratto intestinale. In seguito alla stimolazione antigenica, ossia alla presenza di sostanze estranee all’organismo che stimolano la risposta immunitaria con la formazione di anticorpi, i linfociti T e B lasciano la parete intestinale: migrano nel dotto toracico attraverso i linfonodi mesenterici e la milza, si immettono nella circolazione sistemica e, successivamente, raggiungono i siti effettori mucosali, ossia le mucose di assegnazione (proprio come diverse truppe di un esercito vengono mandate a presidiare territori differenti di una nazione): nel nostro corpo, le mucose dell’apparato respiratorio, del tratto gastrointestinale, del tratto genitourinario e varie ghiandole secretorie, dove i linfociti, che sono i corpi speciali di difesa del nostro sistema immunitario, provvedono a difendere la nostra salute da fattori estranei viventi (come germi, batteri, parassiti, protozoi o virus) o inerti (come sostanze chimiche).
- protegge dai microrganismi patogeni in grado di aderire all’epitelio e invadere i tessuti. Un corretto equilibrio tra le varie specie che colonizzano l’intestino permette ai batteri endogeni di sbarrare la strada ai microrganismi estranei, patogeni o potenzialmente patogeni, attraverso una competizione spietata per le sostanze nutritive e i siti di adesione, oppure grazie alla produzione di specifiche sostanze antimicrobiche. E qui va fatta un’osservazione molto importante: gli antibiotici, alterando l’equilibrio ecologico fra le specie endogene, neutralizzano le difese naturali dell’organismo, permettono la crescita di microrganismi potenzialmente patogeni e favoriscono la selezione di ceppi “ostili” resistenti, soprattutto nell’ambito delle Enterobacteriaceae (i cosiddetti bacili Gram-negativi, tra cui la famigerata Salmonella). La raccomandazione è quindi di non esagerare con gli antibiotici, e soprattutto di evitare qualsiasi forma di “autoterapia”, anche perché sono farmaci che spesso si limitano a combattere i sintomi senza andare veramente alla radice del problema, come nel caso della cistite postcoitale e della vaginosi batterica.
Le funzioni negative dell'ecosistema intestinale
- le flogosi (infiammazioni) sistemiche: i batteri endogeni e quelli potenzialmente patogeni, soprattutto le Enterobacteriaceae (E. coli, Proteus, Klebsiella), così come i batteri anaerobi, possono passare dall’intestino agli organi linfatici, attraverso la barriera epiteliale della mucosa danneggiata, causando un’infezione settica e una risposta infiammatoria sistemica. Questo fenomeno, chiamato “traslocazione”, sembra favorito da un’eccessiva moltiplicazione dei batteri nel piccolo intestino, da una alterata permeabilità della mucosa intestinale e da deficienze nel sistema immunitario;
- malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa): in questi disturbi è stato osservata la persistenza di alcuni ceppi patogeni (per esempio, il B. fragilis), e un’abnorme risposta immunitaria contro microrganismi “commensali” (ossia che si nutrono a spese dell’organismo ospite, ma senza danneggiarlo). Ciò determina a sua volta un’iperattività del mastocita, l’attivazione del “complemento” (ossia del sistema complesso di proteine che è presente nel sangue con funzioni immunitarie) e la cascata dei mediatori immunitari che causano un danno alla mucosa intestinale;
- il peggioramento delle sindromi dolorose addomino-pelviche: si ipotizza infatti che l’iperregolazione del mastocita, associata all’infiammazione intestinale, possa essere implicata nel peggioramento di molteplici patologie algiche in area pelvica e addominale, fra le quali il dolore provocato dall’endometriosi, il dolore pelvico cronico, la vulvodinia e la cistite.
Come regolare l'ecosistema intestinale
Il termine “prebiotico” è stato coniato nel 1995 e si riferisce a carboidrati non assorbibili, ma fermentabili, capaci di stimolare selettivamente la crescita nel colon di batteri endogeni e “amici”, come il Bifidobacterium, il Lactobacillus e l’Eubacterium; è inoltre probabile che tali carboidrati inibiscano la proliferazione del Clostridium e dei Bacteroides, nemici della salute.
Il concetto di “probiotico” (il cui significato etimologico è opposto a quello di “antibiotico”) comparve per la prima volta nel 1965 in un articolo pubblicato sulla rivista “Science”, dove Rosalie H. Stillwell lo riferì a sostanze batteriche in grado di stimolare la crescita di altri microrganismi intestinali. In seguito Roy Fuller definì un probiotico come un integratore alimentare a base di microrganismi vivi e vitali, in grado di produrre favorevoli effetti sull’organismo ospite, migliorandone l’equilibrio microbico intestinale. Studi successivi hanno confermato che i probiotici possono avere un effetto benefico sulla salute agendo non solo sul tratto gastroenterico ma anche in altri distretti (per esempio, nell’apparato genitourinario).
Un “simbiotico”, infine, è un’associazione di probiotici e prebiotici che apporta effetti benefici all’ospite favorendo la sopravvivenza e la proliferazione di microrganismi probiotici nel tratto gastrointestinale. Il prebiotico favorisce selettivamente la crescita e lo sviluppo del probiotico ad esso associato (Graziottin 2006).
I probiotici più utilizzati
L’attività dei probiotici è del tutto analoga a quella di un’equilibrata componente microbica intestinale. In essa entrano quindi in gioco le interazioni tra i diversi microrganismi, e fra questi e l’ospite. Il probiotico permette infatti di:
- mantenere o ripristinare l’ecosistema microbico intestinale;
- controllare i microrganismi patogeni;
- stimolare il sistema immunitario, aumentando così l’effetto barriera contro i patogeni.
Il ginecologo può quindi trovare nell’uso mirato dei probiotici un nuovo aiuto terapeutico che agisca sui fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento di numerose patologie ginecologiche.
Conclusioni
Da alcuni anni si sono affermate tre famiglie di sostanze – i prebiotici, i probiotici e i simbiotici – in grado di favorire l’equilibrio dell’ecosistema intestinale e di migliorare quindi l’efficacia terapeutica per diverse patologie anche di tipo ginecologico: una prova ulteriore degli importanti risultati cui può portare una più stretta collaborazione fra discipline diverse.
Approfondimenti specialistici
Functional gastrointestinal disorders and mast cells: implications for therapy
Neurogastroenterol Motil. 2006 Jan; 18 (1): 6-17. Review
Barbara G. Wang B. Stanghellini V. De Giorgio R. Cremon C. Di Nardo G. Trevisani M. Campi B. Geppetti P. Tonini M. Bunnett N.W. Grundy D. Corinaldesi R. 2007
Mast cell-dependent excitation of visceral-nociceptive sensory neurons in irritable bowel syndrome
Gastroenterology. 2007 Jan; 132 (1): 26-37
Bernet M.F. Brassart D. Neeser J.R. Servin A.L. 1994
Lactobacillus acidophilus LA1 binds to cultured human intestinal cell lines and inhibits cell attachment and cell invasion by enterovirulent bacteria
Gut 1994, 35 (4): 483-489
Bertolasi L. Bottanelli M. Graziottin A. 2006
Dispareunia, vaginismo, iperattività del muscolo elevatore e tossina botulinica: il ruolo del neurologo
Graziottin A. (Guest Ed.), I disturbi sessuali femminili: quando il medico conta, Giornale Italiano di Ginecologia, Vol. XXVIII - n. 6, giugno 2006, p. 264-268
De Simone R. Vesely R. Bianchi-Salvadori B. 1993
The role of probiotics in the modulation of the immune system in man and in animals
Int. J. Immunother. 1993, 9: 23-38
Dellaglio F. Felis G.E. 2005
Taxonomy of Lactobacilli and Bifidobacteria
Tannock G. W. (Ed.), Probiotics and prebiotics: scientific aspects, Caister Academic Press, Norfolk, UK, 2005, 25-49
Gershon M.D. Liu M.T. 2007
Serotonin and neuroprotection in functional bowel disorders
Neurogastroenterol Motil. 2007 Aug; 19 Suppl 2: 19-24
Giovannelli C. Graziottin A. 2006
Stipsi e disfunzioni sessuali femminili: il ruolo del proctologo
Graziottin A. (Guest Ed.), I disturbi sessuali femminili: quando il medico conta, Giornale Italiano di Ginecologia, Vol. XXVIII - n. 6, giugno 2006, p. 277-281
Graziottin A. 2006
Sexual pain disorders: dyspareunia and vaginismus
Porst H. Buvat J. (Eds), ISSM (International Society of Sexual Medicine) Standard Committee Book, Standard practice in Sexual Medicine, Blackwell, Oxford, UK, 2006, p. 342-350
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Relazione tra stipsi e apparato genitale femminile
Corazziari E.S. (a cura di), Neurogastroenterologia, Atti del Congresso della Associazione per la Neurogastroenterologia e la Motilità Gastrointestinale (Anemgi) su “Gestione terapeutica del paziente con disturbi cronici gastrointestinali”, Roma, 12-14 settembre 2007, Messaggi Edizioni, Bari, 2007, p. 108-110
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Female sexual dysfunction: Treatment
Bø K. Berghmans B. Mørkved S. Van Kampen M. (Eds), Evidence-Based Physical Therapy For The Pelvic Floor – Bridging Science and Clinical Practice, Elsevier, Oxford, UK, 2007, p. 277-287
Latthe P. et Al. 2006
Factors predisposing women to chronic pelvic pain: systematic review
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Irritable Bowel Syndrome: Bacterial Overgrowth – What's Known and What to Do
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