Dopo il parto: un cammino gioioso e a volte difficile – Parte 1
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Dopo il parto: un cammino gioioso e a volte difficile – Parte 1
04/03/2014
Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
Sintesi del video e punti chiave
Avere un bambino è una delle gioie più grandi che una donna possa provare. Tuttavia, il cammino dopo il parto non sempre è sereno come dovrebbe. Molte donne, per esempio, vanno incontro a una depressione più o meno marcata. Altre soffrono di anemia o di dolore ai rapporti. Altre ancora fanno fatica a rimettersi in forma e, nel contempo, a prendersi cura del piccolo. Oggi parliamo proprio di depressione post parto: è normale? Per quanto tempo può durare senza che ci si debba allarmare? Quando è opportuno intraprendere una cura? Nel corso della prima parte del dibattito la professoressa Graziottin illustra: - le caratteristiche e la prevalenza delle tre forme di alterazione dell’umore in puerperio: disturbi lievi (“lacrime del latte”); disturbi di media gravità (depressione puerperale); disturbi gravi (psicosi puerperale); - per quale motivo la donna dopo il parto corre il rischio di depressione; - perché in caso di psicosi è indispensabile rivolgersi al medico; - come la depressione possa essere indotta anche dalla solitudine della donna di fronte alle sfide del puerperio, o dalla mancata corrispondenza fra il bambino dei sogni, a lungo vagheggiato, e il bambino reale venuto alla luce.
Prima parte del dibattito trasmesso il 27 gennaio 2014 da “Buongiorno dottore”, programma di Class TV MsNbc, presentato da Christian Toscano. Partecipanti: - Alessandra Graziottin – Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, Ospedale San Raffaele Resnati di Milano; - Chiara Micheletti – Psicologa e Psicoterapeuta, Ospedale San Raffaele Resnati di Milano.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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