Intervista alla Prof.ssa Alessandra Graziottin
Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
A cura di Roberta Lupi (Radio Radio)
Sintesi dell'intervista e punti chiave
La depressione puerperale interessa il 10-15 per cento delle mamme, con ripercussioni potenzialmente importanti anche per il bambino. L’incidenza è ancora più seria fra le giovani al di sotto dei 20 anni, colpite da disturbi dell’umore di rilevanza psichiatrica nel 46-48 per cento dei casi. Se ne è parlato anche in un recente convegno organizzato a Roma dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), significativamente intitolato “Non lasciamole sole” e volto a sensibilizzare medici e popolazione su questo drammatico e spesso trascurato problema. Quali sono i disturbi specifici di cui può soffrire la donna? Quali conseguenze possono avere per la salute e la serenità del bambino? Che cosa possono fare i familiari e gli amici per cogliere le prime avvisaglie di disagio e rivolgersi tempestivamente al medico di fiducia? In questa intervista illustriamo: - i tre gruppi in cui vengono classificate le alterazioni dell’umore in puerperio: disturbi lievi (“maternal blues”, “baby blues”, o “lacrime del latte”); disturbi di media gravità (depressione puerperale); disturbi gravi (psicosi puerperale, presente per fortuna solo nello 0,1-1,2% dei parti totali); - come la caduta dei livelli di estrogeni successiva al parto possa dare un contributo decisivo all’insorgere del problema; - la durata come importante elemento discriminante per distinguere le innocue (e assai diffuse) lacrime del latte dalla più impegnativa e pericolosa depressione puerperale; - le conseguenze emotive, comportamentali, cognitive e fisiche che la depressione della mamma può produrre sul bambino; - alcune semplici domande che ogni familiare o persona amica può fare per capire se la donna è depressa; - l’importanza di rivolgersi senza indugio al ginecologo o allo psichiatra, per una diagnosi differenziale corretta e la terapia più appropriata, anche a livello farmacologico; - il ruolo fondamentale della famiglia nell’aiutare la donna a prendersi cura del piccolo e affrontare con serenità il cammino di guarigione.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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