Sintesi dell'intervista e punti chiave
A chi deve rivolgersi una donna che abbia appena subìto violenza? Che cosa deve accuratamente evitare di fare? Come si redige il referto medico-legale? Che cosa prevedono le nuove norme varate dal Governo per la tutela delle vittime?
In questa intervista illustriamo:
- come prima della visita medica la donna non debba assolutamente lavarsi, per non cancellare le tracce organiche che possono favorire l’identificazione del violentatore;
- l’opportunità di rivolgersi tempestivamente al più vicino Pronto Soccorso o, laddove disponibile, a un “Centro Anti-violenza”, il cui personale è specificamente preparato alla conduzione medica e psicologica di questo tipo di visite e alla raccolta delle prove;
- tutto ciò che deve fare il medico per redigere il referto: visita medica generale, visita ginecologica, prelievo del sangue e del muco genitale, identificazione di eventuali germi patogeni; descrizione accurata, sistematica e non generica di tutte le lesioni presenti sul corpo della vittima, corredata da immagini fotografiche nitide e dettagliate;
- l’importanza di somministrare un contraccettivo di emergenza, se la donna è in età fertile e non è protetta dalla contraccezione ormonale (una raccomandazione fondamentale anche per il 93% di donne che ancora non denuncia la violenza);
- come la presenza di malattie sessualmente trasmesse vada accertata anche con controlli genitali e plasmatici successivi, in funzione dei diversi periodi di incubazione delle differenti infezioni;
- la positività del “patrocinio gratuito” a carico dello Stato, recentemente introdotto dal Governo, per supportare economicamente le vittime durante la causa legale;
- la necessità di introdurre al più presto anche il processo “per direttissima”, e di garantire in ogni caso la certezza della pena;
- l’utilità di un supporto psicologico immediato, peraltro normalmente offerto anche dalla straordinaria preparazione e umanità degli equipaggi delle autoambulanze;
- l’importanza che tutte le forze positive della nostra società – le donne, ma anche gli uomini che le amano e le rispettano – si uniscano per ottenere sicurezza e giustizia per le categorie più deboli e a rischio: donne, bambini, anziani, immigrati onesti e ingiustamente fatti oggetto di aggressioni razziste.
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