Guida alla lettura
La lirica ci parla della sofferenza dei bambini che la guerra depriva di ogni bene: casa, affetti, cultura, futuro. Uno scandalo che ci tocca da vicino, e che non ha mancato di segnare anche questo decennio violento e spesso privo di luce. La loro indigenza, il vuoto orizzonte della loro vita, la loro amara e precoce maturità ci interpellano profondamente, ed esigono una risposta etica netta, senza tentennamenti o ambiguità.
Cogliamo l’occasione del nuovo anno per un proposito fattivo nei confronti dei bambini feriti dalla vita: un aiuto periodico, anche modesto, un’adozione a distanza sono azioni sempre possibili e che costano poco. Ma anche un sorriso o una parola, agli incroci congestionati delle nostre città, possono trasmettere – se seguiti da iniziative coraggiose e concrete – il senso di una presenza che vede e comprende, capace di costruire per tutti un futuro diverso.
¿Quién les robó los zapatos?
Les hiere el calor y el frío.
¿Quién les rompió los vestidos?
La lluvia les moja el sueño y la cama.
¿Quién les derribó la casa?
No saben los nombres de las estrellas.
¿Quién les cerró las escuelas?
Los niños de Extremadura son serios.
¿Quién fue el ladrón de sus juegos?
I bimbi d’Estremadura vanno scalzi.
Chi ha rubato loro le scarpe?
Il caldo e il freddo li trafiggono.
Chi ha strappato loro i vestiti?
La pioggia bagna il loro sonno, e il loro letto.
Chi ha distrutto loro la casa?
Non conoscono i nomi delle stelle.
Chi ha chiuso loro le scuole?
I bimbi d’Estremadura non sorridono.
Chi è stato il ladro dei loro giochi?
Biografia
Amico di Pablo Neruda, nel 1924 pubblica la raccolta di poesie “Marinero en tierra”, che vince il “Premio nacional de Literatura”. Nel 1928 compone “Sobre los ángeles”, in seguito a una profonda crisi personale; e poi “Sermones y moradas” e “El hombre deshabitado”.
Con l’avvento della Repubblica inizia una nuova fase artistica e personale. Nel 1931 entra nel Partido Comunista de España (PCE), con la compagna Maria Teresa León fonda la rivista rivoluzionaria “Octubre” e partecipa alla lotta contro il franchismo. Durante la guerra civile (1936-1939), è responsabile della protezione dei dipinti al Museo del Prado di Madrid, minacciati dai bombardamenti dell’aviazione franchista. Nel 1939, dopo la sconfitta repubblicana, si rifugia in Francia, poi in Argentina e infine in Italia. Rientrerà in Spagna solo nel 1977, ottenendo il Premio Cervantes.
Muore a Cadice nel 1999: è ricordato come il poeta più rappresentativo delle traversie letterarie, sociali e politiche della Spagna del Ventesimo secolo.