Sintesi dell'intervista e punti chiave
Quali sono gli esami più importanti da fare? Che tipo di problemi permettono di individuare? E’ vero che certe malformazioni possono essere provocate anche da tossici ambientali o da un’alimentazione squilibrata? Esiste la possibilità di diagnosticare precocemente malattie gravemente invalidanti, come l’autismo?
In questa intervista parliamo dapprima di due importanti esami “invasivi”: la villocentesi e l’amniocentesi. In particolare, illustriamo:
- quando e come si effettuano;
- i rischi che comportano;
- quali malattie permettono di escludere: tutte le principali anomalie cromosomiche e alcuni difetti genetici;
- quali problemi non possono individuare: le patologie determinate da infezioni virali contratte dalla madre, o da tossici ambientali;
- come un’alimentazione povera di calcio possa provocare il rilascio del piombo altrimenti fissato nelle ossa della mamma, e altamente tossico per il feto;
- la conseguente necessità di introdurre 1000-1500 milligrammi di calcio ogni giorno, attraverso il consumo di latte e formaggi freschi, o l’assunzione di una capsula di calcio e vitamina D.
Nella seconda parte dell’intervista, dedicata agli esami “non invasivi”, illustriamo:
- i principali tipi di ecografia, i diversi momenti in cui si effettuano e le indicazioni che offrono;
- come sia in fase di sviluppo avanzato un test nuovo e assolutamente innocuo che, attraverso un semplice prelievo di sangue della madre, permetterà di diagnosticare tutte le patologie che oggi richiedono l’esecuzione della villocentesi e dell’amniocentesi.
Infine, spieghiamo come oggi non vi siano esami prenatali che consentano di diagnosticare con sicurezza l’insorgenza dell’autismo, un grave disturbo psicomotorio che porta il piccolo a isolarsi progressivamente. In positivo, e come già avviene per coloro che soffrono del morbo di Parkinson, un uso terapeutico della musica, soprattutto se melodicamente semplice e ritmicamente vivace, può aiutare questi sfortunati bambini a recuperare attenzione e memoria, e a ristabilire un’interazione soddisfacente con l’ambiente che li circonda.