Sintesi dell'intervista e punti chiave
Ne parliamo con la professoressa Valeria Dubini, che illustra:
- come nel 50 per cento dei casi, la richiesta di informazioni da parte delle donne rimanga insoddisfatta;
- i principali motivi di questa situazione: una certa diffidenza verso gli ormoni, tipica del nostro Paese, anche da parte delle donne; le conoscenze non sempre aggiornate dei medici; e, nel caso del dispositivo intrauterino (IUD), il timore degli specialisti – alimentato anche da non pochi vincoli assicurativi – di affrontare l’intervento manuale richiesto dalla sua inserzione;
- come la pillola resti il tipo di contraccettivo ormonale più diffuso;
- il crescente consenso intorno a un recente dispositivo intrauterino che contiene una bassissima dose di levonorgestrel e offre una piena sicurezza sul fronte della protezione contraccettiva e dalle infezioni;
- gli elementi e gli atteggiamenti della consulenza contraccettiva ideale nel confronti della donna in consultazione;
- l’importanza di fornire ai medici una formazione aggiornata, sin dagli anni dell’Università.
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