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Vestibolite vulvare: quando il vero nemico è l'omissione diagnostica

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24/04/2009

Le vostre lettere alla nostra redazione

Mi chiamo Sara, ho 35 anni e per molto tempo ho sofferto di vestibolite vulvare, aggravata da una fastidiosissima cistite. Ho contratto questa malattia all’età di 24 anni, alcuni mesi dopo aver avuto i primi rapporti sessuali con il mio compagno. A rendere particolarmente drammatica la mia malattia è stato il fatto che ci sono voluti ben sei anni prima di trovare un medico in grado di diagnosticare la patologia da cui ero affetta!
Oggi trovo ancora difficoltà a capire quale sia stata la causa scatenante della mia malattia, anche se all’origine c’è stata sicuramente una specie di predisposizione. Mi ricordo per esempio che, quando ho avuto il primo rapporto sessuale, la penetrazione è stata estremamente difficile, e ha richiesto diversi tentativi; così come difficile, se non impossibile, è sempre stato per me l’utilizzo degli assorbenti interni. Non che avessi un vero e proprio vaginismo, ma ero sempre un po’ contratta e questo mi complicava la vita, sia nelle semplici manovre quotidiane che nell’intimità... e questo, come spiegherò fra un attimo, ha avuto la sua importanza nella genesi del disturbo.
I primi, veri sintomi della malattia sono però comparsi dopo che mi sono ammalata di micosi vaginale. Ricordo che, dopo la cura di routine, iniziai ad avvertire bruciori ricorrenti, sino ad arrivare a una vera e propria cistite. Provai di tutto, ma nessuna terapia riusciva a darmi sollievo. Non parliamo poi di un dottore che, dopo avermi visitata per la seconda volta, sostenne che non avevo nulla e che tutte le mie sofferenze erano legate a una grave forma di psicosi!
Con il passare degli anni la situazione era ulteriormente peggiorata, e solo dopo ho capito perché: a causa del bruciore e del dolore provocato dalla cistite, i miei muscoli – già ipertonici per quella predisposizione di cui parlavo – erano sempre più contratti, e i tentativi di avere rapporti avevano finito per provocare un’infiammazione cronica dei tessuti genitali: insomma, la maledetta vestibolite vulvare. Mi dava fastidio tutto (il sapone intimo, i pantaloni, i collant, gli slip stretti...). La mia frustrazione era infinita, non sapevo più come vestirmi, come lavarmi: e forse in questo eccedevo, dato che l’acqua rappresentava l’unico sollievo ai continui bruciori. Non avevo più una vita sessuale, e di tutto quel periodo triste l’unica cosa che ricordo con dolcezza è stato l’affetto e la pazienza del mio compagno che mi è stato sempre vicino, sostenendomi ed incoraggiandomi.
In quegli anni ho consultato diversi specialisti, anche in città diverse... Poi finalmente ho trovato una giovane dottoressa che, già dalla prima visita, ha finalmente formulato la diagnosi giusta e, cosa altrettanto importante, mi ha curata con passione e competenza fino alla completa guarigione. La terapia è durata quasi un anno: un bel periodo di tempo, è vero, ma nulla in confronto agli anni di malattia e di omissione diagnostica!
Oggi mi sento una donna nuova, è come se fossi rinata! Per questo ho scritto questa testimonianza: per ringraziare la mia cara dottoressa e per dire a tutte le donne che soffrono come ho sofferto io che la vestibolite vulvare, se diagnosticata correttamente e curata con le giuste terapie, non è un nemico invincibile... Vi abbraccio con affetto, care amiche, e vi auguro di tornare presto ad assaporare la vita!

Sara V.

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