Ho 41 anni, quattro figli e un utero “problematico”. La mia vita di donna è stata una continua “macchia rossa”. Mestruazioni abbondantissime, per flusso e per durata, fin dall’età di 12 anni: abiti macchiati, poltrone macchiate, sedili dell’auto macchiati... Queste continue situazioni imbarazzanti mi hanno via via limitata nelle mie attività sociali, rendendomi sempre più chiusa e insicura. Per non parlare dell’anemia e della pressione bassa, che rendevano il mio fisico sempre più debole e senza alcun desiderio.
Stavo davvero male, ma tutte le donne con cui parlavo mi dicevano che era “normale”, e che anche loro avevano avuto situazioni simili alla mia.
Dopo tre figli, il ginecologo che mi seguiva a quel tempo mi disse: «L’utero serve solo a generare figli e tumori: visto che di figli ne hai già tre, meglio toglierlo!». Ma io avevo solo 36 anni! Allora ho cambiato ginecologo. Anzi, ne ho cambiati tanti... Ma si dividevano tutti in due categorie: chi mi diceva che era tutto “normale” e che quindi dovevo continuare a vivere così fino alla menopausa; e chi mi diceva di togliere l’utero “perché, tanto, non serve”.
Nel frattempo ho avuto la mia quarta bambina. E dopo la sua nascita mio marito ha finalmente deciso di prendere in mano la situazione e mi ha portata da una nuova ginecologa di cui avevamo sentito parlare molto bene. Questa dottoressa mi ha prescritto una pillola contraccettiva, Klaira, spiegandomi che oltre all’estradiolo, lo stesso estrogeno prodotto dall’ovaio, contiene un progestinico, il dienogest, che riduce la quantità e la durata del flusso.
Risultato? Per la prima volta nella mia vita, il mio ciclo è diventato normale: la metrorragia non c’è più, l’anemia e l’astenia non ci sono più, sono sempre di buon umore, mio marito, i miei figli e tutti i miei amici sono contenti, la mia vita sociale è finalmente “viva” e appagante... E, cosa non meno importante, il mio utero è sempre al suo posto e... sta benissimo! Grazie di cuore, dottoressa!
Francesca