Lo studio ha coinvolto 70 donne curate per vestibolodinia provocata. In particolare:
- il dolore coitale è stato misurato con una scala analogica visuale graduata da 0 a 100;
- lo screening psicometrico è stato condotto utilizzando la Anxiety and Depression Scale adottata dall’Istituto;
- la soglia del dolore alla pressione sul braccio, sulla gamba e sul vestibolo vulvare è stata misurata con specifici algoritmi.
Questi, in sintesi, i risultati:
- il miglioramento più marcato dei sintomi o la completa guarigione sono più probabili nelle pazienti con un massimo di due disturbi caratterizzati da dolore (inclusa la vestibolodinia) rispetto a quelle con quattro patologie o più (OR 7.8, CI 1.2-49.4, P = 0.03);
- il numero di altre comorbilità dolorose (P < 0.01) e la diagnosi di vestibolodinia primaria (P = 0.04) sono direttamente correlate al punteggio ottenuto sulla scala analogica visuale del dolore;
- le donne colpite da vestibolodinia secondaria presentano un più elevato tasso di miglioramento/guarigione di quelle con vestibolodinia primaria (z = 2.11, P = 0.04).
Il positivo esito delle terapie, concludono gli Autori, è più probabile nelle pazienti con un minor numero di comorbilità caratterizzate da dolore. Inoltre, il numero di tali comorbilità è associato all’intensità del dolore coitale. I dati emersi dallo studio, infine, indicano che le terapie sono meno efficaci in caso di vestibolodinia primaria.
Questi risultati possono essere interpretati alla luce dell’infiammazione prima locale e poi sistemica che caratterizza la patologia, e il cui grado correla positivamente con:
- l’intensità del dolore coitale;
- il numero di comorbilità caratterizzate da dolore associate alla vestibolodinia provocata;
- le probabilità di un miglioramento netto o di una completa guarigione
Tutto ciò conferma che l’intervento sull’infiammazione costituisce il più importante pilastro della terapia e il fattore più rilevante di remissione dei sintomi.