Guida alla lettura
La lirica di Simonide ritrae il tumulto dei sentimenti che agitano il cuore della madre angosciata, in antitesi con l’inconsapevole sonno del piccino: dolore, apprensione, paura, tenerezza, speranza si alternano in un canto mirabile, che trascolora infine in una dolce ninnananna e un’accorata preghiera.
Questi versi antichissimi e immortali ci commuovono in profondità. E quando pensiamo al dramma delle “carrette del mare”, con il loro indicibile carico di sofferenza umana, intuiamo con sgomento che il nostro mondo civile ed evoluto non è così diverso da quello spietato dei tempi arcaici. Dedichiamo dunque questa poesia a tutte le donne di cui non conosceremo mai il volto, né il nome, che lasciano con dolore la loro terra – nella speranza di una vita migliore o, più spesso, trascinate in schiavitù – e che in un naufragio perdono i loro bambini e con loro, probabilmente, la loro unica ragione di vita.
e l’acqua agitata la trascinarono al largo,
Danae con sgomento, piangendo, distese amorosa
le mani su Perseo e disse: «O figlio,
quale pena soffro! Il tuo cuore non sa;
e profondamente tu dormi
così raccolto in questa notte senza luce di cielo,
nel buio del legno serrato da chiodi di rame.
E l’onda lunga dell’acqua che passa
sul tuo capo, non odi, né il rombo
dell’aria: nella rossa
vestina di lana, giaci: reclinato
al sonno il tuo bel viso.
Se tu sapessi quello che è da temere,
il tuo piccolo orecchio sveglieresti alla mia voce.
Ma io prego: tu riposa, o figlio, e quiete
abbia il mare; ed il male senza fine,
riposi. Un mutamento
avvenga ad un tuo gesto, Zeus padre;
e qualunque parola temeraria
io urli, perdonami;
la ragione m’abbandona.
Biografia
Fu uno dei poeti greci più fecondi e multiformi. Scrisse elegie ed epigrammi; e trattò con abilità tutte le forme della lirica corale: partenii, peani, encomi, ditirambi, epinici, lamenti. Fu il primo a chiedere per la sua arte compensi regolarmente pattuiti, il che spinse molti suoi rivali a considerarlo cortigiano e mercenario. Ma i pochi frammenti giunti sino a noi rivelano un poeta potente e ispirato, dotato di uno stile plastico e levigato, tanto che – con Bacchilide e Pindaro – è ricordato come uno dei più grandi lirici del suo tempo.