Premessa
La vulvodinia può essere spontanea, oppure provocata/peggiorata dal rapporto sessuale, dalla visita ginecologica ma anche da alcuni tipi di abbigliamento o di igiene intima.
Può essere localizzata:
1. al vestibolo vaginale: la causa più frequente di vulvodinia è una condizione infiammatoria del vestibolo vaginale, nota come “vestibolite vulvare”;
2. al clitoride: si parla di clitoralgia;
3. a zone più limitate e asimmetriche delle grandi e piccole labbra, specie se il dolore vulvare è acquisito e secondario a episiotomia, o altri interventi (per esempio, laser vulvare); la vulvodinia può avere allora una componente infiammatoria e neurogena monolaterale.
La vulvodinia riconosce fattori predisponenti, fattori precipitanti e fattori di mantenimento. I fattori predisponenti includono le infezioni vaginali recidivanti da Candida, nonché tutte le altre condizioni infiammatorie (infettive e non) del vestibolo vulvare; l’ipertono del muscolo elevatore, che può essere “miogeno”, ossia espressione di un alterato tono di base congenito, o acquisito in risposta a un’infiammazione vestibolare cronica e/o a dolore, oppure associato a fobia del coito (in tal caso tipico della condizione nota come vaginismo): tutti questi fattori predispongono innanzitutto alla vestibolite vulvare. Tra i fattori predisponenti vi possono essere anche condizioni di patologia cutanea vulvare quali il lichen sclerosus.
Tra i fattori precipitanti, il più frequente e rilevante è il rapporto sessuale: quando causa dolore, si parla di dispareunia. Sono inoltre rilevanti i fattori iatrogeni, tra cui l’episiotomia/rrafia, il laser vulvare, alcuni trattamenti farmacologici vulvari, la radioterapia genitale, vescicale o anale.
Tra i fattori di mantenimento, il più frequente è purtroppo l’omissione diagnostica, cui seguono l’inadeguatezza delle misure terapeutiche, quando non siano etiologicamente mirate, e la non compliance e non aderenza al trattamento, farmacologico, riabilitativo e/o relativo alla modificazione degli stili di vita.
Obiettivi di apprendimento
- le caratteristiche etiologiche e fisiopatologiche della vulvodinia e della vestibolite vulvare, la condizione ad essa più frequentemente associata;
- la semeiologia essenziale (anamnesi ed esame obiettivo) per imparare a riconoscere sintomi e segni peculiari che orientano la diagnosi e la terapia di primo livello. La precocità della diagnosi aumenta la probabilità di terapie risolutive e riduce il rischio di progressione a dolore neuropatico e a gravi comorbilità associate;
- la semeiologia delle comorbilità sessuali (dispareunia e vaginismo); vescicali (sindrome della vescica dolorosa, cistiti post-coitali); intestinali (sindrome del colon irritabile, stipsi ostruttiva, intolleranze e allergie alimentari); neurologiche (sindromi compressive del pudendo); fisiatriche (iperattività del muscolo elevatore); psicodinamiche (ansia, depressione, esiti di abuso). Tale semiologia è essenziale per la diagnosi e una terapia multimodale fisiopatologicamente orientata, basata sull’evidenza clinica e scientifica.