L’analisi è stata impostata coinvolgendo inizialmente 28.451 persone di età superiore ai 55 anni, alle quali è stato chiesto di rispondere a un questionario validato su dati demografici, condizioni di salute, problemi articolari e limitazioni funzionali, inclusa la difficoltà di camminare negli ultimi 3 mesi. I risultati così ottenuti sono stati incrociati con i dati dei database sanitari pubblici, e si è così giunti a identificare una coorte definitiva di 18.490 persone (età media 68 anni, 60 per cento donne).
L’artrosi dell’anca o del ginocchio è stata definita come una condizione caratterizzata da gonfiore, dolore e/o rigidità di durata non inferiore alle sei settimane negli ultimi tre mesi, senza una diagnosi di artrite infiammatoria.
Attraverso l’analisi statistica dei dati, si è giunti a individuare i fattori che predispongono alla difficoltà di movimento. Questi, in sintesi, i risultati:
- il 25% dei partecipanti ha riportato difficoltà a camminare;
- la difficoltà di movimento correla in misura significativa e indipendente con l’età avanzata, il sesso femminile, l’indice di massa corporea e numerose patologie;
- l’artrosi dell’anca e del ginocchio è il fattore predittivo più forte di difficoltà di movimento, e l’impatto cresce con il numero di articolazioni coinvolte.
Più in particolare, la probabilità che una donna di 60 anni, normopeso, con un reddito di livello medio, abbia difficoltà a camminare è pari a:
- 5-10 per cento in assenza di patologie maggio;
- 10-20 per cento in presenza di diabete e malattie cardiovascolari;
- 40 per cento in presenza di artrosi a due articolazioni di anca e ginocchio;
- 60-70 per cento in presenza di diabete, malattie cardiovascolari e artrosi a due articolazioni di anca e ginocchio;
- 80 per cento in presenza di diabete, malattie cardiovascolari e artrosi a tutte le articolazioni di anca e ginocchio.
In altre parole, l’artrosi determina un rapido peggioramento della capacità di movimento sia quando sia l’unico disturbo in corso, sia quando si sommi ad altre malattie. Questo appare tanto più grave quando si consideri che proprio patologie croniche come il diabete e i disturbi cardiovascolari rchiederebbero, in aggiunta alle terapie farmacologiche, un’attività fisica regolare: è quindi necessario che in questo tipo di pazienti si presti la massima attenzione alla diagnosi precoce e alla terapia dell’artrosi.