Morbo di Alzheimer: effetti protettivi del gene Seladin-1 (Selective Alzheimer's Disease Indicator-1) - Sintesi commentata
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27/10/2008
Dott.ssa Dania Gambini, H. San Raffaele, Milano
Prof.ssa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano
Commento a: Peri A. Serio M., Neuroprotective effects of the Alzheimer’s Disease-related gene Seladin-1, Endocrinology, September 2008
Gli estrogeni sono protettivi per il sistema nervoso centrale? Possono prevenire le malattie neurodegenerative o, perlomeno, ritardarne la comparsa e la velocità di progressione, riducendo il dolore di vivere nelle persone affette e nei loro familiari? Crescenti evidenze scientifiche documentano la stretta correlazione tra sistema nervoso e sistema endocrino nel corso della vita umana, a partire dal periodo embrionale; gli ormoni infatti esercitano un ruolo fondamentale nello sviluppo neuronale, oltre a contribuire al mantenimento dell’omeostasi cerebrale fino all’età senile. In diversi studi sono stati dimostrati gli effetti neuroprotettivi degli estrogeni, in termini di: aumentata espressione di neurotrofine e di fattori di sopravvivenza cellulare; rinforzo della plasticità sinaptica neuronale; azione antiossidante. In questo contesto, nuove ricerche aiutano a comprendere il meccanismo specifico grazie al quale gli estrogeni possono ridurre la vulnerabilità alla malattia di Alzheimer. Recentemente infatti, il gruppo di ricercatori coordinati da Alessandro Peri, del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica dell’Università di Firenze, ha individuato il gene Seladin-1 (Selective Alzheimer’s Disease Indicator-1) come mediatore degli effetti neuroprotettivi degli estrogeni.
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ATTENZIONE: Ogni terapia va individualizzata e monitorata in ciascuna paziente dal medico specialista esperto nel campo. Queste schede informative non possono in alcun modo sostituirsi al rapporto medico-paziente, né essere utilizzate senza esplicito parere medico
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