Sintesi dell'intervista e punti chiave
Quanto sono frequenti le malformazioni fetali? Si tratta sempre di problemi insormontabili? Che cosa spinge una coppia ad affrontare o a rifiutare la diagnosi? In che misura un test prenatale, pur importante ai fini della prevenzione, può influenzare il rapporto fra mamma e bambino, segnando una distanza dolorosa fra sogno e realtà? E quanto conta l’approccio del medico nel rendere sopportabile una diagnosi problematica?
In questa intervista illustriamo:
- l’incidenza delle malformazioni congenite, delle malattie e delle anomalie cromosomiche;
- come molti di questi problemi possano essere risolti a livello medico o chirurgico;
- i motivi più frequenti per cui una coppia può decidere di procedere o meno con la diagnosi;
- come le donne che non ricorrono alla diagnosi prenatale tendano a interagire di più con il bambino e a maturare un attaccamento più intenso e precoce;
- quali fattori clinici, psicologici e relazionali possono influenzare il peso che la diagnosi ha sul rapporto fra la madre e il figlio: la gravità del problema diagnosticato; la qualità delle informazioni ricevute; i valori etici della famiglia;
- come una gravidanza vissuta con angoscia possa provocare, dopo il parto, gravi forme depressive, sino al rifiuto del piccolo;
- l’importanza che il medico sappia comunicare con chiarezza e umanità non solo i fattori di rischio ma anche gli spazi reali di cura, in modo da favorire un atteggiamento positivo da parte della donna e della coppia, spesso in preda all’angoscia e alla solitudine;
- come anche un bambino o una bambina con un difetto fisico o un problema genetico possano rivelarsi intelligenti, buoni, belli e capaci, con il loro amore e la loro fresca presenza, di donare gioia e dare un senso nuovo alla vita di mamma e papà.